giovedì 10 ottobre 2013

Il patriottismo nell'Italia malata


Assisto a Ballarò al doloroso confronto fra i servizi pubblici di trasporto di due capitali: Helsinki e Roma. Inutile dettagliare troppo. A parte la guerra romana di tutti contro tutti per un posto sul tram, si noti almeno che a Helsinki i servizi pubblici sono ampi e puliti come - immagino - i servizi delle case private. Di contro - si sa - la nostra pedagogia nazionale ci suggerisce che "pubblico" significa "di nessuno" e quindi... Oggi il mio amico Fabio, da Londra, con controllata amarezza, confronta Londra e il suo spirito innovativo con la stagnazione malata che colpisce l'Italia e le sue città. Dulcis in fundo, leggo ora i risultati dell'indagine Ocse-Piacc (Isfol per l'Italia) sulle competenze alfabetiche e matematiche. Sempre peggio. Prima eravamo fra gli ultimi. Oggi, fra i Paesi dell'Ocse, siamo ultimi nelle competenze alfabetiche e penultimi in quelle matematiche. Ho qualche difficoltà a unirmi al coro disfattista. Confesso di cercare (patriotticamente?) giustificazioni e attenuanti. Forse la tale indagine non tiene conto che in Italia abbiamo una intelligenza diversa che i test internazionali non riescono ad apprezzare. Forse in Italia abbiamo vesciche più continenti per cui giustamente non dissipiamo risorse in troppo costose toilette pubbliche addirittura pulite. Forse, forse... No, non so cosa dire. Escludo solo le spiegazioni etniche. Poi mi chiedo cosa diavolo sia questa specie di amore per il mio Paese. Compassione? Un grido disperato: "dai, dai, facciamo vedere che possiamo avere i trasporti e le toilette di Helsinki, insieme alla dolcezza italiana". Non mi direte che i nostri disastri sono il rovescio della medaglia della nostra dolcezza? Non ci credo. Mi piace · · Promuovi · Condividi

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