venerdì 31 luglio 2015

Ricordando Mia Martini


Così stasera invece che seguire da qualche parte le ultime gesta di questo o quel protagonista della politica che non cambia nulla, seguo su RAi Uno un omaggio a Mia Martini. Malgrado la conduzione di Giletti. Non sono un fan di nessuno in politica. Ancor meno nella musica. Mi piacciono solo alcuni eventi, alcune interpretazioni. Mai - direi - un interprete in sé, in politica, nella musica, nel cinema. Mia Martini però è l'interprete che mi ha procurato qualche emozione e alquanta empatia. Più delle cantanti di maggior fama. Infatti ogni anno quando passo da Bagnara, sulla costa della bassa Calabria, penso sempre:"Vado a trovarla?" Perché lei è lì nel cimitero di Bagnara. Ma non vado mai. Semplicemente perché non amo i cimiteri e/o perché so che lei non è lì. Le mie e le nostre contraddizioni. Infatti mi piace pensare di poterle dire: "Sto scrivendo di te". Pur sapendo che lei non lo saprà e che anzi non sa di essere esistita. Non so con certezza cosa la indusse a morire. Appresi dopo la sua morte che era stata discriminata perché "portava sfortuna". Ah, l'Italia fanatica, faziosa, stupida e superstiziosa....Torno a seguire la trasmissione. Vorrei sentire da lei "Gli uomini non cambiano". Ciao, Mia.

giovedì 30 luglio 2015

Mattarella e il diritto effettivo al lavoro


Due spunti interessanti oggi del Presidente timido (remissivo?) alla cerimonia del ventaglio. Il primo spunto chiaramente critico verso il renzismo: "Non si risolvono i problemi con un uomo solo al comando". Mi interessa ancor più il secondo, meno esplicitamente, ma più sostanzialmente critico verso il renzismo e anche verso il pensiero comune: "Il diritto al lavoro per TUTTI è un impegno della Costituzione". Una lettura corretta della Costituzione e dei suoi trascuratissimi elementi di socialismo. Un diritto per TUTTI significa che non ci si può acquietare nella speranza (o anche nel risultato) di avere "solo" 2.500.000 disoccupati anziché 3.000.000. Perché ognuno vive una vita sola. Ed è inaccettabile che la viva come uno dei 2.500.000 "sprecati". Sarebbe inaccettabile anche se ci fosse uno solo privato del diritto effettivo al lavoro. Quindi governo e parlamento sono fuorilegge. Questa è la mia interpretazione del discorso di Mattarella. Scelgo la Costituzione come bandiera della Grande Ribellione che auspico e attendo.

giovedì 23 luglio 2015

Amicizia ed Eros invece che amore e religione


Non riesco proprio ad occuparmi di Renzi. Mi annoia. Ma neanche di Civati. Sto pensando al ragazzo ucciso e crocifisso da due coetanei, albanesi. Ci penso perché sono oppresso da una strana sensazione di solitudine. Senza rimedio. Perchè i fan di Renzi troveranno insulti qui e là, nel web ma anche conforto e amicizia in altri gruppi. Lo stesso per i fan di Civati. Io invece no, manifestando le mie convinzioni. Pensando che la causa prima di quella morte è quella invenzione culturale che si è deciso di chiamare "amore". L'amore che ti fa credere di possedere l'altra. Al punto di attivare la ferocia verso chi insidia quel possesso. Femminicidi e non solo. Beh, in solitudine penso che scuola, cultura e società dovrebbero attivarsi per riconoscere finalmente l'infezione. E lottare per eliminarla. Come per la religione, penso, che alimenta fanatismi e stragi. Amore (cosiddetto) e religione infezioni da vincere con la terapia del laico disincanto e dell'amicizia fra gli umani. E con Eros che è tutt'altra cosa.

L'Imu e gli anziani al mare


Sono contento di aver passato qualche minuto nel pomeriggio davanti alla TV. E non davanti alla solita 7 (un po' vagamente progressista, un po' salviniana) o davanti alla vecchia Rai3. Imprevedibilmente davvero mi è capito di sentirmi a contatto con la realtà vera. E mi è capitato in un programma di Rai1 che si chiama Estate in diretta. No, niente Giletti che lancia per terra il libro dell'ospite (non lo hanno licenziato vero?) ma una rassegna agile di storie di anziani e soprattutto anziane in estate. Quella che è sola, ha un malore e resta a terra davanti all'uscio di casa, fortunosamente soccorsa dalla polizia, dopo che un vicino finalmente ha sentito un grido. Quella, anzi quelle che hanno poco più di 500 euro al mese. Fra loro quella che si vergogna perché al nipotino di 12 anni dà una paghetta di soli 2 euro e 50. Infine un gruppo di anziane che non hanno mai visto il mare e che si preparano ad andarci grazie ad una colletta. Incredibile in un paese come il nostro in cui il mare è sempre vicino. Ma convincente la naturalezza con la quale una signora di 78 anni dichiara: "Quando avrei dovuto andarci? Il mare è lontano. Prima non avevo i soldi. Poi lavoravo e non avevo tempo". La ri-scoperta dell'Italia dei nostri genitori di cui forse ignoriamo quasi tutto. Sì, ho pensato anche a mia madre, ultranovantenne, che solo da poco ha preso coraggio a confessare ciò che in silenzio sentiva di avere subito: "Mio padre, tuo nonno - mi dice, dopo decenni di silenzio, praticamente ad ogni incontro - non mi permise di continuare gli studi dopo la terza media. Non era il caso per una ragazza. Mi portò con sé in negozio mentre mio fratello continuava gli studi fino alla laurea ed io frugavo fra i suoi libri". Scusate l'inciso che è un risarcimento tardivo. Tornando a Estate in diretta, debbo confessare che ho trovato adeguati i commenti del pubblico "illustre" dei Magalli e dei Gervaso che ricordavo (soprattutto il secondo) più orientati a destra che a sinistra e la loro rabbia vera sulla palese ingiustizia su tanti anziani mentre l'altra italia lucra, delinque e banchetta. Quasi d'accordo con loro. "Quasi" perché non è solo ai delinquenti che dobbiamo sottrarre qualcosa a vantaggio degli anziani e delle anziane a 500 euro al mese e che non conoscono il mare. Infatti la politica (insomma Lui) ha deciso che, dopo gli 80 euro, bisogna dare qualcosa ai poveri proprietari di attici e seconde case, eliminando le tasse sulla prima casa. Dicono (dice) che questa è sinistra. Per me sinistra è mandare gli anziani al mare.

giovedì 9 luglio 2015

Meglio rivedere Denzel Washington


Alcuni film appaiono varie volte sulle TV nazionali. Troppe? Evidentemente qualcuno preferisce vedere per la terza volta "Indovina chi viene a cena" o per la quinta "Via col vento" piuttosto che esplorare discutibili novità. Capita anche a me. Anche a me ieri con "Philadelphia". Ottimo film di impegno civile come di frequente nella cinematografia Usa. La storia di un impegno civile contro la discriminazione e la stupidità feroce. Storia di un avvocato gay (Tom Hanks) ammalato di Aids e perciò licenziato. E storia dell'avvocato (Denzel Washington) che lo difende e vince. Non è un capolavoro forse, ma ho deciso di rivederlo, per quarta volta almeno. Anzi, pensavo che mi sarei limitato a rivedere la scena più intensa. Di una intensità straordinaria. Quella in cui Hanks coinvolge Washington nell'ascolto dell'area "la mamma morta" di Andrea Chenier, nell'interpretazione insuperata di Maria Callas. Hanks che accompagna l'aria e spiega a un Washington non avvezzo a quel mondo e a quell'arte. Lo stupore di Washington come davanti ad una rivelazione: la rilevazione dell'arte e di un mondo sconosciuto. Leggo quella "illuminazione" come una critica implicita alle nostre pigrizie e ai confini ridotti in cui viviamo la nostra vita. Straordinario anche il pathos del ritorno a casa e l'accudire il proprio bimbo, come riscoprendolo vivo e riscoprendo la vita, e l'abbraccio alla moglie dormiente. Non so bene cosa proponessero gli altri canali. Sicuramente c'era Paragone, Santanché e gente così. Meglio Denzel Washington. Per la quarta volta. https://www.youtube.com/watch?v=Ga70BNJfTWs

mercoledì 1 luglio 2015

A Siracusa le supplici di Eschilo per parlare di oggi


Ho partecipato dopo tanti anni, ora da turista nella mia Siracusa, al rito delle rappresentazioni classiche. Il rito del teatro che si riempie, della rappresentazione, della conclusione col sole che tramonta. E con le eterne polemiche fra puristi e innovatori. Ovadia, con Incudine, autore delle musiche e cantastorie, innova molto. Il testo è proposto in siciliano e in parte in greco. Del resto si rivendica la sicilianità dello stesso Eschilo, per la sua morte in Sicilia e la sua frequenza di Siracusa. Le 50 Danaidi che chiedono rifugio ad Argo, fuggendo ai loro 50 pretendenti, possono essere un manifesto dell'autonomia femminile, un manifesto della democrazia, un manifesto dell'accoglienza. C'è tutto questo nell'interpretazione di Ovadia. Applausi convinti del pubblico infatti quando il re d'Argo grida la superiorità della democrazia sulla tirannide. Quando affida all'assemblea dei cittadini (come oggi in Grecia) la decisione difficile se accogliere le supplici a rischio di scatenare una guerra. Quando i cittadini, unanimi, votano sì. Ma la traduzione insiste soprattutto sulla qualifica di migranti delle Danaidi. Se debbo dire la mia ho trovato una sublime (per sobrietà) polemica antisalviniana nelle parole del re di Argo alle supplici: "State con noi; in case singole, se preferite star sole; in palazzi con altri se preferite la compagnia; scegliete come preferite". Avete presente il gran "casino" (scusate il linguaggio) salviniano sui quattro (in rapporto alla popolazione chiamata ad accoglierli) migranti e su quei due (o tre?) che sarebbero stati ospitati in hotel 5 stelle?