mercoledì 11 novembre 2015

Guzzanti Severgnini: fra inferno e purgatorio


Forse sto involvendo a destra. Ma ad Otto e mezzo stasera fra Sabina Guzzanti e Beppe Severgnini la mia simpatia è andata al secondo. Forse perché non mi piacciono le persone acide. E Sabina mi appare sempre più acida. Mi piacciono le persone che si indignano e si arrabbiano. Come Landini spesso, benché condivida poco della sua linea. O come Fassina quando in Direzione PD gridava a Renzi: "Non ti devi permettere". Neanche di Fassina condivido molto, ma è altro tema. Però gli inaciditi come Sabina credono di aver capito tutto e ti guardano come soffrendo. Tutto il presente per Sabina è catastrofico. Da Renzi (sono quasi d'accordo) a Merkel (assai meno). Severgnini alla fine mi appariva un saggio chiedendo come mai milioni di profughi si dirigono verso questa infernale Europa. E ricordava le cose che ci appaiono ovvie - il pronto soccorso e la scuola pubblica, ad esempio - e che ovvie non sono. O come l'acqua corrente - direi io - che Messina oggi apprezza. "Ero ricco e non lo sapevo" scopre il Tommasino ammalato e morente della pasoliniana "Una vita violenta". Ecco, io credo che si debba essere consapevoli che siamo in purgatorio. Con cose orrende come il rischio della perenne disoccupazione. O di un disastro ecologico o nucleare o terroristico. Ma sempre ricordando da dove veniamo. Se non siamo capaci di guardare al paradiso, lontano davanti a noi e insieme al vecchio inferno da cui veniamo e in cui rischiamo di precipitare, diventiamo acidi come Sabina. Che non mi piace. Spero mi piacerà il suo spettacolo che vorrei vedere. Moderatamente fiducioso. Non inacidito. .

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