domenica 17 gennaio 2016

La libertà di Aylan


Ho saputo della vignetta di Charlie Hebdo da Gramellini, ospite di Fazio. Critici l'uno e l'altro verso la provocazione, fermo l'omaggio rituale alla libertà di pensiero, di espressione, di satira, etc. Critici quasi tutti , mi accorgo ora navigando in rete. Inaccettabile o indecente che si immagini il piccolo Aylan, consegnato cadavere dal mare sulla spiaggia turca, diventato grande e partecipare ad happening di molestie e violenze sul modello Colonia. Solo qualcuno assolve Charlie Hebdo, con spericolate argomentazioni. Charlie intendeva irridere all'ipocrisia di chi prima piange le vittime innocenti della fuga da un mondo ostile e poi esercita il suo razzismo col pretesto dei fatti di Colonia. La bellissima, indignatissima e impegnatissima regina di Giordania invece replica che il piccolo Aylan forse sarebbe stato un medico o non so cos'altro. Beh, no. Poco probabilmente Aylan si sarebbe liberato dal suo destino. Non so quali fossero le intenzioni del vignettista. So quello che la vignetta suggerisce a me. Mi suggerisce la durezza di un destino (o di una storia) che non lascia scampo. La durezza delle parti assegnate per cui si è bambini innocenti e poi molto probabilmente maschi molestatori o femmine kamikaze. Rischio che non corrono i figli della regina di Giordania. Cui suggerirei non di essere buona ma di lavorare per un mondo buono.Un mondo in cui ai piccoli come Aylan e ai figli della regina fosse data la libertà vera di essere medici o insegnanti piuttosto che molestatori sessuali,

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