mercoledì 25 gennaio 2017

La legalità impossibile secondo Ficarra e Picone


Un film gradevole e amaramente attuale, “L'ora legale”, di Ficarra e Picone, registi, oltre che protagonisti. Nella tradizione della commedia italiana che non separa sorriso da spunti di riflessione. L'ambientazione nel paesino siciliano è pertinente ed ideale giacché il tema è la legalità: quanto crediamo conveniente investire in legalità piuttosto che nel suo opposto che è la cultura familistica-permissiva- dello scambio e del favore fino al peggio paramafioso e mafioso tout court. A questo si intreccia il tema della plasticità delle nostri menti ovvero delle irrequiete e repentine conversioni. Credibile la trama soprattutto nell'isola che nelle politiche del 2001 consegnò tutti i seggi siciliani nel parlamento nazionale a Forza Italia: il famoso cappotto del 61 a 0. E che oggi potrebbe plebiscitare M5S.
Nell'immaginario paesino l'onda lunga della modernità civica e legalitaria, simil 5Stelle, diciamo, solleva imprevedibilmente un ignoto professore al ruolo di primo cittadino contro lo sperimentato sindaco garante della tradizione lassista e clientelare (una sorta di Cetto La Qualunque). E c'è il consueto salire sul carro del vincitore. Ma il nuovo corso presenta subito i suoi conti ai cittadini, con le loro minute convenienze di abusivi:parcheggiatori, praticanti della doppia fila, proprietari di case in riva al mare, imprese inquinanti che tengono fatalmente in ostaggio i loro dipendenti, etc. Fino alla sollevazione antilegalitaria ed al ripristino della “normalità”. Ho trovato echi del recente film romeno “Io e mia figlia” nella scoperta che anche i migliori appartengono a questo mondo e ai suoi compromessi (che ai migliori non si perdonano, ancorché minimi ). Ho trovato soprattutto echi dello Sciascia dell' “Onorevole” che però concentrava l'attenzione sull'involuzione del protagonista, professore anch'egli e civico come il sindaco dell'”Ora legale”. Conferma di una disperata convinzione del pessimismo insulare sull'impossibilità di raddrizzare la Sicilia, terra emblematica di contraddizioni perenni: di collusioni mafiose e di eroiche ribellioni.

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