venerdì 20 gennaio 2017

Trump e Obama: il populista sincero e lo statista "ipocrita"

Seguita a frammenti la cerimonia di insediamento di Trump. Molto coerente. Nessuna diplomazia. Obama era il male e il declino. Obama ha fatto perdere posti di lavoro. Sì? Credevo il contrario. Ha fatto crescere occupazione e Pil. Ma il punto è che il popolo che vota Trump è quello che teme di perdere il lavoro, con qualcuno che l'ha perso. I molti che hanno trovato il lavoro non ne danno merito ad Obama. Quelli che possono perderlo votano ed omaggiano il presidente miliardario. Trump diretto e sincero come piace al popolo. "First America" cui altri nel mondo non risponderanno "yes", ma diranno: "prima la Cina", "prima gli italiani", etc. E così la competizione dei nazionalisti e dei furbi affosserà il mondo. Ognuno libero di inquinare a casa propria per garantire l'inquinamento di un'aria che non è trumpista perché non conosce confini. Obama "ipocrita" come Hillary, entrambi espressione dell'establishment. Loro che sorridono, applaudono e si congratulano con l'avversario mentre pensano il peggio di Trump. Ipocriti come gli statisti. Ipocriti come quelli che tengono il timone e consentono alla convivenza di non affondare mentre gli avventurieri fanno bisboccia e mettono a rischio la nave. Ipocriti come i mediatori che sono troppo lontani da noi. Ipocriti come quelli che forse ci salveranno contro quelli che dicono pane al pane, italiano all'italiano e negro all'immigrato. Saluto Obama con la stima possibile per uno statista che, con le buone maniere opposte al ghigno scommette di civilizzare il barbaro e di insegnargli la continuità dello Stato. Come qui in Italia accadde di fare ai nostri giuristi alla corte dei barbari vincitori.

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