martedì 21 marzo 2017

La sinistra che non vuole contare


Fra le molte cose che non mi tornano, quella che mi torna di meno è la divisione della sinistra. Se sinistra significa “eguaglianza”. Che molte siano le versioni della cosiddetta “sinistra” è un fatto. Comprendo ed accetto che ci sia una sinistra più attenta all'eguaglianza di quelli che sono lontani nello spazio. Ed una attenta più attenta ai bisogni di quelli che verranno. Comprendo che ci una sinistra più “nazionale”, una sinistra più disponibile alle contaminazioni, etc. Comprendo che si voglia essere parte di una comunità in cui sia massima la condivisione, anche in un partitino dello 0,1%. Ma escludo che non sia possibile un rapporto -alleanza, federazione, etc.- attorno ad obiettivi minimi condivisi. A meno che non importi nulla incidere ora e subito. A meno che non conti solo la testimonianza di ciò che sarebbe meglio e che sarebbe giusto. Credo sia così. Conta solo la testimonianza e la purezza. Che si sposa benissimo con la vanità protagonista dei leader. Meglio essere primi nel piccolo villaggio che secondi a Roma. Sicché fra i miei amici fb ho aderenti a DP, a SI, a Possibile, a PCI, a Rifondazione, ma anche a Lega dei comunisti, Comunisti democratici, Comunisti ed anarchici e via dicendo. Tutti convinti di avere ragione, tutti convinti di aver capito il mondo. Nessuno disposto a compromessi o accordi. Tutti felicemente rassegnati a non contare nulla.

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