martedì 13 giugno 2017

La distanza facebook e i nuovi insulti


Sono sotto il sole del pomeriggio aspettando l'apertura dell'ufficio rinnovo patenti. Faccio un giro del palazzo per ingannare l'attesa. Adesso vicino all'ufficio ci sono due ragazzi. Discutono animatamente con una signora che è nella sua auto lì vicino. La discussione si fa sempre più animata. Non so cosa sia accaduto. Capisco che i due ragazzi debbono avere riso della signora. E non so perché. Capisco che la signora è molto coraggiosa. I ragazzi sono anche robusti. “Noi siamo liberi di ridere quanto vogliamo” E lei scende dall'auto. Diventa più aggressiva. Non c'è nessuno tranne me. Su chi può contare la signora? Su nessuno. I “mortacci tua” si sprecano. Coraggiosa la signora e, tutto sommato, “moderati” i ragazzi. Mi limito a dire: “Basta, salutatevi!”. Non mi ascoltano ovviamente. Noto che comunque tengono una distanza di sicurezza. I bulli sono moderatamente bulli per fortuna. Non più bulli della signora. Poi la situazione sembra precipitare. Succede quando i ragazzi appellano “napoletana” la signora, forse per un accento nella voce. . E quella: “Napoletana sarà tua madre, tua sorella e li mortacci tua”. Diventa paonazza. Temo il peggio. Ma l'ufficio apre e i due ragazzi corrono a prendere il posto superandomi nella fila informale fatta da loro e da me. Anche oggi ho imparato qualcosa, spiando la vita degli altri. 1. I ragazzi si limitavano a un litigio a distanza, stile facebook, semplicemente perché temevano di compromettere qualcosa: forse l'esame di patente. 2. In questa Roma in cui sono immigrato “napoletano” è il peggiore degli insulti.

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