mercoledì 22 novembre 2017

La politica contro la Politica


Non è che ci abbia pensato ieri per la prima volta. Ma ieri per due volte mi sono chiesto se io debba sentirmi tenuto a fare il tifo contro i miei avversari (cioè contro quelli che sicuramente non voterò alle prossime politiche). Prima c'è stata la notizia di Di Battista che non si candiderà in Parlamento. Per la verità la notizia è stata che questo diventasse notizia, con interpretazioni sofisticate nell'alveo della politica politicante. Quello che dovrebbe essere normale diventa notizia. Normale e salutare sarebbe scegliere la felicità di occuparsi di un bimbo rispetto allo stress degli appuntamenti quotidiani nel lavoro istituzionale. Come per altri scrivere libri. Con la politica professionale ricondotta ad una dimensione non totalizzante. Insomma ho simpatizzato molto, e più che mai col leader 5Stelle.
Poi ho sentito Raggi da Floris e mi sono accorto di fare il tifo per lei. Come avviene da genitore o nonno di una bambina delicata che appare inadatta a grandi carriere. Non avrei dovuto? Quanto più cresce 5Stelle tanto meno cresce quella cosa rossa o rosellina che voterò in mancanza d'altro. Però tifavo per lei ed ero contento che Virginia apparisse molto più sicura che altre volte. Non so bene se contento come un nonno o come un cittadino romano. Sono convinto che i romani malati di politica -rossi o neri - preferirebbero inciampare per strada nelle buche sempiterne o accettare il l prossimo disastro dei tombini intasati piuttosto che un successo dell'avversaria 5Stelle. Forse hanno ragione loro. Forse un disastro romano può aiutare a prevenire un disastro nazionale. Ma io non sono un politico. Sono un uomo semplice, padre, nonno, marito e cittadino. E tifo per Raggi e Di Battista.

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