martedì 6 febbraio 2018

La militanza di un senza partito


Succede che uno non riesca a scegliere un partito e una militanza organizzata. Succede a me che ho avuto nella vita periodi di militanza (Psi, Pci, Pd) e periodi da cane sciolto. Sempre però con la certezza del voto almeno. Adesso mi manca anche questa certezza. Non so se voterò Liberi e Uguali o Potere al Popolo o se non voterò. Succede allora che mi senta particolarmente inutile. E' successo anche domenica scorsa. Nel mio solito bar si è aperta una discussione fra amici, conoscenti e sconosciuti clienti. Un amico difendeva le ragioni del voto a 5Stelle. Era un ex rosso. Altri, compresa la figlia, criticavano il dilettantismo dei cosiddetti grillini e opponevano le ragioni di un voto al PD. Qualcuno - una sconosciuta signora-
menava fendenti a destra e manca. Salviniana o grillina?
Non mi era chiaro. Io stavo zitto. Poi ho pensato che era inutile proporre le ragioni di Liberi e Eguali. Non avrebbero convinto nessuno. Ho preso a parlare di Potere al Popolo. Mi sembrava che potesse affascinare o almeno interessare grilini e populisti. Quasi nessuno sapeva niente di Potere al Popolo. Ma più di uno ha preso a cercare sullo smartphone, ha letto qualcosa di storia, programma e aderenti. Chissà, forse ho indotto qualcuno a votare una lista che probabilmente io non voterò. Mi è sembrato un paradosso e però l'unica forma possibile di militanza per me al momento. Domani, magari in altro bar, potrebbe capitarmi di proporre altra lista. Per fortuna mi è chiaro almeno questo: quel che non sono, quel che non voglio.

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