sabato 24 febbraio 2018

Quelli che si piacciono molto


Fra costoro c'è Minniti. Ieri, intervistato da Formigli, sentenziava su fascismo e su immigrati. E, dopo ogni sentenza, annuiva e diceva sì a se stesso. Non voglio parlarne male. E' molto efficiente e realista. Non ha negato i lager libici. Ha rivendicato che, grazie alla sua azione, l'Onu è presente in molti campi per vigilare. In molti, non in tutti campi. Ed ha detto che se gli sbarchi fossero continuati al ritmo di un anno fa l'Italia (la democrazia italiana) sarebbe stata a rischio. Vero, ma solo perché non abbiamo un governo e una maggioranza capaci di distribuire nel territorio una buona accoglienza. E perché abbiamo barattato con l'Europa l'autorizzazione ad indebitarci con la revisione di Dublino.
Sul fascismo, per giustificare la "prudenza" nel contrasto ai fascisti del terzo millennio, ha ricordato il "boia chi molla di Reggio" osservando che la repressione della piazza procurò per reazione lo straordinario successo elettorale del Msi che ha Reggio ebbe il 40%. E quindi? Quindi aspettiamo che la magistratura valuti. Ma senza fretta, par di capire. Grande prova di realismo anche qui. Del resto non c'è altro da fare se consideriamo utopistico un piano di riscossa nazionale che offra sponde ideali alternative e credibili alla giovane manovalanza del fascismo. Se non concentriamo risorse sulla lotta alla povertà -economica e culturale - del nostro Paese. Vedi ieri, al di là del problema "fascismo" la dichiarazione netta di Perotti, critico sulle mirabolanti promesse elettorali.

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