sabato 31 marzo 2018

Le vite immaginate


So di non conoscere quasi nulla della vita degli altri. Cerco talvolta di immaginare la vita di amici e anche di sconosciuti che incontro per strada. Vite diverse, che, se conosciute davvero, rivelerebbero sorprese. Solo per alcuni, anzi alcune, fantastico come di un gruppo omogeneo. Tutte con la stessa storia. Penso alle rom, ragazze ed anziane, che incontro ogni giorno, qui al centro di Ostia. Tutte con un bastone uncinato e un carrello, attrezzi del mestiere per frugare fra i bidoni delle immondizie e portare via il selezionato. Mi stupisce come accettino questo destino: una vita intera fra i nostri rifiuti. Senza speranza di cambiamento. Senza alcun segno di dolore o tristezza. Ogni tanto in gruppo - due o tre- sedute ad un bar a mangiare cornetti. Sembrano felici allora. Cerco di immaginare il rapporto con i loro uomini. Immagino compagni e padri padroni dediti a traffici maschili e che si sbronzano di birra. Immagino, ma non so davvero. So solo che quelle vite mi incuriosiscono assai più di quelle dei potenti che invece credo di conoscere. Non vorrei spiare le dimore dei potenti. Mi annoierei e non scoprirei nulla di interessante. Vorrei spiare la vita entro le baracche delle donne rom. Cosa faranno a Pasqua?

venerdì 30 marzo 2018

Due universi giovani in un Paese in declino


Ieri un filmetto così così - Una festa esagerata - di cui l'aspetto più interessante ed inquietante era l'egoismo dei nuovi giovani e la protezione perniciosa di genitori catastrofici. Poi al centro di Ostia con la comitiva di siciliani, nonni emigrati per sostenere figli e nipoti. Nella serata ventosa consumato un buon tagliere di salumi e formaggi e focaccioni multiregional, accompagnati dal popolare Romanella, un po' dolce e frizzante. A prezzo molto ragionevole in un ambiente gradevole. Lì abbiamo incontrato l'altro universo giovanile. Come spesso, l'inquieta curiosità mi sollecitava domande. C'erano scritte su lavagne ad esempio: di buon gusto comunicativo. "Siete in franchising - chiedevo ad uno dei giovanissimi gestori"? Perché il corretto italiano e il buon gusto da tempo sono merce rara. Poi ho chiesto quale fosse il curriculum di quei giovani. No, non venivano da alcun Istituto alberghiero. Erano informatici, con vocazione al cibo, e non avevano appreso a scuola le loro competenze. Ho pensato che il rapporto fra Scuola, lavoro e vocazioni è tutto da ripensare. Abbiamo suggerito ai giovani imprenditori versioni del Sud est della Sicilia (quella di Montalbano) per i focaccioni. Ed io ho promesso di pubblicizzare il locale. Ecco, lo faccio. Se venite ad Ostia, non quella dei fratelli Spada: Il Focaccione, via della Stazione vecchia, 19, adiacente a piazza Anco Marzio.
Buona Pasqua ai giovani di buona volontà che restano in un Paese difficile imbruttito dalla cattiva globalizzazione sempre più di cineserie e cose nord-africane.fuori contesto e misura.

giovedì 29 marzo 2018

Cose serie, furbizie e vocabolario


Il dibattito sul salario di cittadinanza e su ogni strumento alternativo per sconfiggere la povertà e restituire cittadinanza è cosa seria. E' cosa ancor più seria decidere chi è il nostro prossimo (familiari, compaesani, concittadini, europei o uomini tout court). Attorno alle cose serie si affollano furbizie lessicali per gli allocchii e sciocchezzuole varie. Fra le prime chiamare "inciucio" le alleanze sgradite e quelle degli altri e chiamare "responsabilità" o "intesa" le alleanze gradite oppure chiamare "caminetti" gli incontri degli avversari e semplicemente "colloqui" o "tavoli di lavoro" quelle con i nostri amici oppure chiamare "poltrone" gli incarichi altrui e chiamare "sgabelli" i nostri troni. Fra le seconde inveire contro la matrigna Europa che non ci consente di indebitare i nostri figli e nipoti, magari rimuovendo ogni tanto la bandiera Ue, oppure proporre riduzioni di orario a parità di salario, oppure dire che le mance alle categorie amiche sono benefiche perché stimolano la domanda mentre i trasferimenti ai più deboli sono costi. Etc.

martedì 27 marzo 2018

Quel che penso oggi


Penso semplicemente che sulla morte non abbiamo nulla da dire. Scegliamo qualcuno da piangere per piangere noi stessi. Forse d'improvviso ci pare che i nostri conflitti - Di Maio, Salvini, Renzi - siano poca cosa, se nulla ne resta poi. Un po' più senso ha parlare di felicità e ricordare che la politica questo è: la ricerca comune di tante felicità personali, prima del grande oblio. Solo un po' più senso. Non tanto. Oggi direi:assai poco.

lunedì 26 marzo 2018

In memoria di Fabrizio Frizzi


Non conoscevo molto di Fabrizio Frizzi. Non ho mai visto un suo spettacolo per intero. Dopo la notizia al mattino e dopo le prime rievocazioni il mio primo pensiero è stato: "Perché tanto spazio?". Il mio secondo pensiero è stato di allarme. "Adesso - ho pensato - gli odiatori online lanceranno provocazioni perché si parla di questa morte e non di quella di x, y, z, il lavoratore morto sul lavoro, quelli uccisi dalle bombe di Assad , etc. . E magari qualcuno dirà che era un privilegiato, che guadagnava non so quanto o cose simili". Per fortuna no. Almeno non i miei amici fb. Poi ho seguito testimonianze molteplici nel pomeriggio TV, autenticamente commosse. E adesso penso che questa è una buona notizia. Non ci sono solo odiatori. Ci sono anche molti capaci di apprezzare la gentilezza e la generosità di un uomo. Non capita spesso. Stavolta è capitato.

Francesco e una bambina: unica speranza


Finito il proletariato come agente rivoluzionario, cerchiamo altrove la speranza di salvare il mondo. Ieri Francesco all'Angelus ha chiesto a giovani e ragazzi di prendere la parola. "Se noi anziani e responsabili, tante volte corrotti, stiamo zitti, vi domando: voi griderete? Per favore decidetevi, prima che gridino le pietre". Negli Usa intanto, come rispondendo all'appello, una folla di ragazzi protestava contro il massacro endemico causato dagli interessi dei fabbricanti di armi e prometteva di punire i politici complici. Yolanda Renee King, nipote di Martin Luther King appariva a 9 anni una leader, una che forse parlava anche per i suoi coetanei massacrati dalle bombe in Siria. "Noi saremo una grande generazione".
Qualcuno parla e spera in un "direttorio mondiale" con l'anziano papa e la bambina nera. Ci spero anch'io. Se non loro nessuno. Se succederà non ci sarà la futile, inconcludente violenza contro la violenza dell'ordine costituito quale abbiamo conosciuto. Ci sarà il No fermo di Francesco e dei ragazzi. Tutto si fermerà per ripartire in altra direzione. E' l'unica speranza.

domenica 25 marzo 2018

Fissare l'orrore


Fazio appariva molto preoccupato stasera presentando Saviano col suo servizio sul massacro siriano. Immagini insopportabili di bambini orrendamente feriti, asfissiati dal gas nervino, estratti dalle macerie, piangenti, disperati nei rifugi claustrofobici, senza coperte, acqua e cibo. I bambini più grandi che chiedevano agli adulti di fare qualcosa, di salvarli. Poi quelle immagini dell'atomica su Hiroshima e Nagasaki. Per dire della saggezza antica ed attuale dei politici pragmatici che mettono in conto il massacro di civili e bambini affinché la guerra sia meno costosa e finisca prima e con la loro vittoria. La vittoria che garantirà rielezioni, cibo prelibato, vacanze dorate, amanti. Grazie a Fazio e a Saviano per avere mostrato immagini speculari alla nostra (sicuramente alla mia) impotenza e alla nostra (sicuramente alla mia) viltà.

Spagna e Catalogna: se non si è all'altezza di una chiamata della Storia


Quando non si sa molto su un argomento si può scegliere di tacere. Oppure dire solo quel che ci appare evidente. Come prudentemente io faccio ora. Nel caso del conflitto fra governo spagnolo e parlamento e governo della Catalogna penso che la maggioranza opinabile del parlamento e della comunità catalana non fosse titolo sufficiente né per un referendum indipendentista né per la minacciata e non avvenuta proclamazione di indipendenza. Né più né meno se la Sardegna, il Veneto o il Tirolo in Italia facessero la stessa cosa. Però ho forti perplessità e disappunto per l'arresto in Germania dell'ex governatore catalano, Puigdemont Forse la macchina della magistratura è un ordigno semovente e irresponsabile. Forse. Ma certamente il governo e il re di Spagna appaiono del tutto inadeguati al loro ruolo in un difficilissimo momento storico.

sabato 24 marzo 2018

Due parole all'orecchio di Fico


La Presidente del Senato è una bella donna e il Presidente della Camera è un bel ragazzo. Cosa'altro dire? Al più notare che Fico pone fra le priorità assolute dell'azione parlamentare la riduzione dei costi della politica. Che non significa abolire le Regioni, ad esempio. Quello sarebbe un risparmio di molti miliardi e a parere di qualcuno (me compreso) soprattutto una semplificazione del groviglio decisionale dell'apparato pubblico. Riduzione dei costi della politica significa SOLO abolizione dei vitalizi antichi e riduzione degli emolumenti dei parlamentari. Pochi soldi, ma comunque operazione utile per una sobrietà della politica. Non una rivoluzione. Non sarebbe stata una rivoluzione nemmeno la riforma costituzionale che gli italiani hanno recentemente bocciato. Lì qualcosina di sensato e qualcosina di confuso (la semi-abrogazione del Senato), oltre alla narrazione mitologica dell'eroe che vuole essere solitario. Anche in quel caso la malia dei costi della politica. Con quella domanda indecente contenuta nel quesito referendario: "Vuoi ridurre i costi della politica?" Fu la forma indecente (populista al quadrato, anzi al cubo, cioè "cattura allocchi") forse determinante al mio voto per il No. Dico No anche a Fico. Va bene la riformina del costo dei parlamentari, ma le priorità sono altre e alcune contenute nel programma 5Stelle: moralità pubblica, sostegno a chiunque non abbia nulla.

martedì 20 marzo 2018

La mitica libertà di parola


Per me "libertà" è parola estremamente ambigua. Chiara soltanto in pochi casi. Capisco bene ad esempio cosa si intende per "libertà di amare" o per "libertà di morire". Trovo invece straordinariamente ambigua ed ingannevole la "libertà di parola ed espressione". L'ho sempre pensato e ci penso soprattutto in questi giorni. Ci sono stati quelli che hanno difeso la libertà di parola per Paola Balzerani, libera di irridere al dolore dei familiari delle sue vittime. Forse ci saranno nei social (anzi sicuramente ci saranno) quelli che esalteranno la performance espressiva dell'anonimo che ha irriso a Biagi ciclista ed esaltato i suoi assassini. No, non sono convinto che queste siano libertà da tutelare. Più radicalmente poi mi chiedo: "Io che sono letto da qualche decina di amici sono libero di esprimermi come chi ha, per proprio merito o per potere economico facoltà di parlare a milioni"? Mi chiedo cioè se la libertà di espressione sia anche quando si riesca a parlare solo al proprio gatto o al proprio coniuge. Mi chiedo se abbia senso dare lo stesso nome a questa libertà e a quella dei media abilitati a informare e formare nazioni.
P.S. Appunti per un saggio che non sono capace di scrivere.

lunedì 19 marzo 2018

Balzerani e l'oltraggio

Dice Barbara Balzerani: "C'è una figura, la vittima, che è diventato un mestiere, questa figura stramba per cui la vittima ha il monopolio della parola. Io non dico che non abbiano diritto a dire la loro, figuriamoci. Ma non ce l’hai solo te il diritto, non è che la storia la puoi fare solo te".
Bontà sua, anche i familiari della vittima hanno diritto a dire la loro. Penso semplicemente che Barbara Balzerani sia una criminale rincoglionita, oltre che per nulla pentita. Aggiungo che mi sfugge la ratio per cui sia in libertà.

Se l'idea socialista non muore dove il socialismo reale fallì


Dopo Putin il secondo è Pavel Grudinin, sostenuto dal partito comunista russo, con una percentuale attorno al 12%. Risultato notevole. Milioni di russi si sentono ancora comunisti e appoggiano un programma di nazionalizzazioni. Fa discutere che Grudinin sia un capitalista, imprenditore di una grossa azienda agricola di fragole. Personalmente non avrei nulla da obiettare. Soprattutto per il dato in sé. E solo secondariamente per il fatto che Grudinin sembra gestire l'azienda con apertura inconsueta verso i dipendenti, dal punto di vista salariale e di servizi diversi. Quel che più conta è che lui sia programmaticamente più comunista ad esempio dei comunisti cinesi che proprio non ho capito perché ancora si chiamino tali. Conta, fa pensare e sperare che in Russia sia ancora vivo il valore di una società socialista. Immagino e spero, avendo acquisito le lezioni della storia dell'Urss, con luci e molte ombre.

sabato 17 marzo 2018

Il cattivismo militante

Ci sono i cattivi a metà. Metà impegnati magistrati; metà imbroglioni; metà artisti, metà molestatori; metà generosi missionari, metà pedofili. Quasi tutti gli umani sono così, più o meno. Poi ci sono i cattivi allo stato puro. Quelli che, tolta l'acredine verso il mondo, non sono niente. Così Sgarbi. Con l'aggravante della putrida ipocrisia. Attacca il competitore che lo ha stracciato nel collegio elettorale. Rivela che è gay. E poi aggiunge che non c'è nulla di male. Sapendo benissimo che per la maggioranza degli italiani l'eguale valore di ogni orientamento sessuale non è affatto una convinzione acquisita. Che nessuno sorride dell'eterosessuale e molti sghignazzano per l'omo. Mi chiedo cosa abbiamo fatto per meritarci questi osceni protagonisti della vita pubblica.

venerdì 16 marzo 2018

The disaster artist e noi che cerchiamo di lasciare il segno


Debbo farmene una ragione. Da qualche tempo nessun film riesce a prendermi davvero. Almeno da un anno. Deve essere un problema mio. Ieri al cineclub di Cineland di Ostia durante la visione di "The disaster artist" le signore (sono quasi tutte mature signore i cinefili del cineclub) ridevano di gusto. Io mi sforzavo di ridere, ma senza riuscirci. E poi dotte presentazioni di esperti e dotte conclusioni. Posso riconoscere che le intenzioni di James Franco, regista-protagonista erano ottime e straordinariamente interessanti. Il film è la storia di un flop artistico che diventa un trionfo su Youtube. "The room" di tale Wiseau fu giudicato il peggior film dell'anno per la buffa sproporzione fra investimento artistico (e finanziario) e risultati artistici (e finanziari). Infatti pare che su Youtube impazzi: non come dramma, ma come divertimento e occasione di lazzi. Non dirò che il film di Franco meriti la stessa fine. L'autore cerca di rappresentare la follia di un'ambizione artistica non sostenuta da talento alcuno. Lo fa con simpatia e condivisione. Ma a me che evidentemente attraverso un periodo nero come spettatore non procura emozione. Mi appare non un film memorabile, ma una splendida intenzione. "Splendida" perché vi ho visto tanto di vero al di là dell'episodio specifico. Vi ho visto personaggi, amici, me stesso. Tutti follemente alla caccia di un proprio capolavoro da lasciare al mondo: un film, un romanzo, un saggio, un progetto politico, magari un post su facebook che inchiodi una volta per tutte Renzi (o Grillo o Salvini) alle sue responsabilità. Ipotizzo solo questo: che un capolavoro non può nascere a tavolino per la mera urgenza di produrre un capolavoro. Né nell'arte, né nella politica ovviamente.

Ricordando via Fani


Non ho nulla di intelligente da dire sulla tragedia di via Fani. Questa nota mi serve solo per sentirmi partecipe di un rito civile. Perché in questo sono un conservatore o un conformista. Voglio dire però del mio sbigottimento assoluto ascoltando le testimonianze dei brigatisti Fiore, Gallinari, Moretti, Morucci nel servizio di Purgatori (Atlantide). In nessuno di loro si scorge ombra di pentimento. Dissociati al più solo perché consapevoli di una sconfitta. Ma non c'è turbamento alcuno per il sangue versato. Solo puntuale descrizione delle strategie politiche e militari. Turbamento che invece c'è in Adriana Faranda, intervista da Ezio Mauro. Che infatti dice: "Davamo la morte noi che ci eravamo battuti contro la pena di morte negli Usa". Già. Diffido dal vezzo di spiegare gli orrori con i complotti. Cia e Kgb, Usa e Urss solidali nel volere la morte di Moro? Più semplice spiegare l'orrore con la malattia dell'Ego, la malattia di dar senso alla propria vita immaginandosi artefici di cambiamenti epocali. Che invece a mio avviso possono avvenire solo in due modi: O per il Caso che mette in moto processi e/o per un contagio culturale che ci fa d'improvviso tutti scandalizzare per l'ordine delle cose fino a ieri subito. Credo che Gandhi, Mandela, Mujica abbiano visto assai più lontano di Moretti ed assassini presunti "rossi".

mercoledì 14 marzo 2018

Quel che penso del salario di cittadinanza


Se dovessi solo dire Sì o No al cosiddetto "salario di cittadinanza" dei 5 Stelle direi Sì. Senza dubbio alcuno. E ne pagherei insieme a tutti il prezzo modesto. Per finanziare l'uscita dalla povertà di milioni di concittadini rinuncerei volentieri alla pizza settimanale. Mi accontenterei di una al mese. Altri dovrebbero accontentarsi di mezzo bicchiere di vino invece che di un bicchiere intero. Altri forse dovrebbero rinunciare alla terza casa o alla quarta barca. Comunque - 15 o 30 miliardi che siano - il salario di cittadinanza costerebbe poco per gli effetti che produrrebbe. Per ricordare l'ordine di grandezza, 15 o 30 miliardi sono meno della metà o forse un quarto degli interessi che paghiamo per il debito pubblico. In cambio non incontrerei mendicanti o rovistatori di immondizie o almeno non ne incontrerei ogni giorno. In cambio la mia unica pizza mensile avrebbe un sapore più buono. Direi Sì, Sì, Sì. E manderei gentilmente al diavolo quanti - quasi tutte le forze politiche - promettono (o realizzano) meno tasse, flax tax e simili banalità distraenti. . Però, dicendo Sì, conserverei la mia opzione netta per qualcosa di più: per un'ampia appropriazione collettiva degli strumenti di produzione, per nazionalizzazioni fatte efficienti da una nuova meritocrazia, per il diritto-dovere effettivo ad un lavoro per ognuno, tranne ai totalmente invalidi. Sapendo che si può. Perché c'è bisogno di tanto lavoro. Per ripulire le città, per riempire buche, per mettere in sicurezza scuole e torrenti, per istruire gli adulti, per accudire gli anziani, etc. etc. La piena occupazione non è solo un imperativo morale. Sarà riconosciuto come imperativo economico, quando ci saremo liberati dall'economia magica e contraddittoria in cui siamo stati educati. Questo penso. E penso quindi - senza contraddirmi con quanto prima dicevo- che il salario di cittadinanza è una sciocchezzuola, una stupidata. Ma una stupidata assai meno stupida dell'inerzia attuale e della rassegnazione a milioni di poveri nella società opulenta sommersa dai rifiuti da troppi consumi inutili. Consumi-sedativi coi quali tentiamo di cancellare il mondo che abbiamo reso incomprensibile.

La semplicità e la logica elementare contro l'inganno sfacciato e impunito


Premessa. La politica ha sue proprie leggi e dinamiche, diverse dalla biologia e dall'astrofisica. Ma biologia, astrofisica, etc. non contraddicono la logica. Non contraddicono il principio di identità, quello di non contraddizione e quello del terzo escluso. Se lo facessero impunemente ovvero con generale consenso, semplicemente bisognerebbe inventare una nuova logica. O no? Allora, se stravaganti tesi politiche non ci turbano, perché non ci impegniamo a formulare una nuova logica?
Quindi. Domanda1.Se il centometrista x ieri ha avuto 1 secondo di vantaggio sul centometrista y ed oggi il vantaggio è solo di 1/2 secondo si deve dire che ha vinto y? Domanda 2. Quale logica suggerirebbe che chi ha 1/3 dei voti governi e decida per i 2/3 che gli sono contrari?

martedì 13 marzo 2018

Note spoliticizzate ovvero la ricerca della felicità


Al mattino in sala d'aspetto dal dentista dove ho accompagnato la persona a me più vicina. Mi sono munito di giornale e di lenti da lettura per ingannare l'attesa. Sono quasi un alieno però con la mia Repubblica. Tutti, proprio tutti, appena arrivano mettono fuori lo smartphone: bambini, adolescenti, giovani e adulti. E vanno per il loro viaggio a tutti gli altri ignoto. Senza una parola. Assorti. Tristezza o qualcosa di simile. Solitudine. Il pomeriggio vado dal medico di famiglia. Per strada un tale grida parolacce a qualcuno che non c'è. Forse ha l'auricolare. O forse è fra quelli sempre più numerosi che impazziscono in monologhi solitari ed osceni. Dal medico di famiglia tutti anziani. Qui parlano tutti. Non ci sono smartphone. Ci sono proteste. Perché uno ha saltato la coda. Perché il medico non arriva. Perché il medico non ha segnato l'esenzione dal ticket per patologia. Una signora racconta a tutti urlando che ha la bronchite asmatica. Che non guarisce malgrado le medicine. Ma perché lo racconta a tutti? E perché urla? Comincio a dubitare che forse era meglio la falange di smartphone dal dentista. Poi al ritorno incontro il noto mendicante, vicino casa, su uno sgabello e talvolta con una rivista, dall'aria un po' da intellettuale. Uno che interagisce spesso con i passanti. Sembra di buon umore, come quasi sempre. Ed ora fa un verso giocoso ad un bambino che si affaccia da una carrozzina spinta dai genitori. Allegria del mendicante che mi mette in crisi. Mi mette in crisi di più però una bambina quasi adolescente, con la sua carrozzina, semovente e da invalida però. Con la quale carrozzina fa spericolare evoluzioni sul marciapiede. E ride divertita coi genitori lontani, a distanza di sicurezza. Dovrei parlare del direttivo PD? Di Renzi? Di LeU che non sfonda? Di Salvini che invece sfonda?

venerdì 9 marzo 2018

La Sicilia tragica


Ieri PiazzaPulita mi ha procurato qualcosa di simile alla nostalgia per la Sicilia che ho lasciato 9 anni fa. Era un servizio su Paternò, cittadina a vocazione agricola (agrumeti), non molto distante da dove vivevo. Il servizio esplorava uno spaccato delle realtà meridionali che il voto ha consegnato al M5S. C'era una impressionante serie di botteghe chiuse per la crisi. C'erano soprattutto quei braccianti, quelli siciliani e quelli nordafricani, ma anche romeni. Penultimi e ultimi. Divisi, ma non troppo. I primi (o penultimi) precari e sottopagati. I secondi in balia di caporali e pagati la metà (20 euro al giorno per un lavoro dall'alba al tramonto) I primi (penultimi) probabilmente ancora con un tetto. I secondi nelle baracche. Eppure i secondi ed ultimi apparivano un po' meno infelici dei secondi. Il bracciante di Paternò, intervistato, lo spiegava col distacco di uno storico o d i un tr agico. "Per loro questo è molto meglio dell'inferno da cui vengono". Confessava che aveva dovuto simularsi romeno col caporale per poter racimolare 20 euro. Descriveva il dumping della globalizzazione di cui era vittima. Ma con una sorta di pietà verso i concorrenti stranieri che erano lo strumento innocente del suo impoverimento. L'ho confrontato con i nuovi disagiati di altre parti del Paese, con quelli che votano Lega. Mi sono sentito contento di essere nato in Sicilia, nella Sicilia lontana dal razzismo, nella Sicilia lucida e consapevolmente tragica.

mercoledì 7 marzo 2018

Scalfari e Di Maio, agente dello spirito della sinistra


Ho sempre letto e seguito Scalfari. Spesso ha avuto intuizioni in anticipo. Come quando, anni fa, predisse gli inevitabili dolori della globalizzazione con i suoi effetti di osmosi fra Sud e Nord, Oriente ed Occidente, emarginati e benestanti. Da qualche tempo però notavo con tristezza i segni vistosi dell'invecchiamento, nella vanità, negli argomenti e anche nella sintassi. Ieri da Floris però mi è piaciuto. Per l'infantile o senile infischiarsene della coerenza. Apparentemente. Settimane fa aveva stupito col suo preferire Berlusconi a Di Maio. Che significava preferire il rischio minore. Oggi stupisce preferendo Di Maio a Salvini.
Dice: " Facendo un'alleanza con il Pd non è che ci sono due partiti, diventa un unico partito, Di Maio è il grande partito della sinistra moderna. Allora la faccenda cambia, se lui diventa la sinistra italiana voterò per questo partito". Se, aggiunge, "questo partito (quello che nascerebbe dall'alleanza Pd-M5S, ndr) diventa un partito di maggioranza assoluta, Mattarella ha un governo che ha la maggioranza assoluta. Renzi ha detto no, ma Di Maio non parla di alleanza con Renzi ma di alleanza con il Partito Democratico".
Interpreto e consento in questo senso: La sinistra non ha un luogo (come non lo ha la destra). I valori della sinistra sono aeriformi e si spostano qua e là. Anche se alcuni provano a conservare o conservano in bottiglia (in partito) quell'aria (quello spirito). Ora, con la svolta di Di Maio, la sinistra può essere ospitata nel populismo 5Stelle e può trasformare quel populismo. Il "piccolo" Di Maio agente dello spirito della sinistra come Napoleone che Hegel vide a cavallo a Jena, agente dello Spirito del Mondo.

lunedì 5 marzo 2018

Pietà per i vinti

Hanno creduto che il loro personale successo fosse il successo del Paese. Si sono imposti di crederlo. Non era così. Sfortunato il Paese che ha bisogno di eroi, disse qualcuno. Adesso chiederei agli "eroi" di una troppo lunga stagione di uscire. Chiudendo la porta.

domenica 4 marzo 2018

La quiete dopo il voto


Ho votato alle 11.00. Molta gente al seggio. Ma quasi tutte donne. Rapporto 1/10 uomini/donne. Che significa? Gli uomini dormono, sono stanchi per il sabato sera calcistico o cosa? Penso a cose inutili. Perché il dado è tratto ormai. Però non vedo segni di conflitti fra i votanti, vedo gente serena, nulla di simile a quel che vedo nei social dove amici vari son presi da voluttà di bannare a destra e manca e lo dichiarano come se avessero fatto cosa meritevole di passare alla storia. Al seggio non capisco affatto chi voterà x e chi y. Tranne qualche labile indizio perché uno ha in tasca Il fatto quotidiano e l'altro Repubblica. Poi al bar in piazza con la persona a me più vicina. Che però non è così vicina da votare come voto io, tranne in parte: una scheda su tre. Se non mi dice bugie.
Discreto cannolo simil-siciliano (della Sicilia occidentale), caffè e sigaretta, al tavolino all'aperto. Un premio per avere votato. Direi: "Che Dio ce la mandi buona"! Ma sono rigorosamente ateo. Buona domenica. E buona Italia.

venerdì 2 marzo 2018

Non fare terra bruciata


Non fare terra bruciata di equilibrio e ragione. Non potremo riaverli dopo, a comando. Che senso ha chiedere galera o licenziamento per l'insegnante antifascista che augurava la morte ai poliziotti schierati - come giusto -a difesa dei fascisti, fascisti autorizzati - come ingiusto e anticostituzionale - a manifestare? Comprendiamo tutti che l'insegnante non lo pensava davvero. "Devi morire", "Mortacci tua" sono cose da stadio o addirittura fintamente insultanti. Linguaggio che non uso e che non mi piace. Però il senso delle proporzioni non guasta. E licenziare un'insegnante antifascista per qualche voto in più è un calcolo eticamente abbastanza squallido.

I muri fasulli


Condivido pochissimo i metodi 5Stelle per la selezione di candidati e ministri. Selezione con pochi click per i primi ed estemporanea per i secondi. Ma perché mai un dirigente scolastico che partecipò ad una tavolo tecnico per la cosiddetta Buona Scuola, più o meno pentito, non potrebbe essere un buon ministro in un governo stellato? E perché mai non potrebbe essere un'ottima ministra in un tale governo una che votò Sì in un referendum costituzionale in cui esigenze giuste si mescolarono a confusione, pessima scrittura e forma oscena del quesito?